Le dichiarazioni a Rai Radio2 dei protagonisti di «Una Nessuna Centomila»

0
Una Nessuna Centomila

Ieri sera all’Arena di Verona si è svolta la prima serata della nuova edizione di Una Nessuna Centomila (la seconda serata si svolgerà stasera, poi il concerto sarà trasmesso da Rai1 l’8 maggio alle 23, 30). Intanto i vari protagonisti si sono raccontati in esclusiva a Rai Radio2 ai microfoni di Andrea Delogu (con Carolina Di Domenico in collegamento da via Asiago a Roma), per condividere il messaggio di prevenzione e lotta alla violenza di genere nella lunga staffetta anche dietro le quinte. Ecco cosa hanno detto.

Caterina Caselli: «Nessuno mi può giudicare l’ho cantata che non avevo ancora 20 anni. All’epoca (58 anni fa) fece scalpore, perché ero una ragazzina che con forza e irruenza diceva quelle parole che a me piacevano. Io credo che essere nata in Emilia mi abbia aiutata a capire tante cose. È un inno alla libertà e alle uguaglianze… La mia canzone preferita è Insieme a te non ci sto più, scritta da Paolo Conte. Il testo parla di una donna che ha ancora la possibilità di scegliere, capisce che la persona alla quale si è legata non è più quella che riteneva fosse, per cui ad un certo punto pur soffrendo dice: “Si muore un po’ per poter vivere” e lascia questa persona. Naturalmente soffre, ma insegna un’altra cosa importante, e cioè che a un certo punto se tu vuoi bene devi lasciare». Alla fine l’ex Casco d’oro della canzone italiana ha rivelato: «Il mio più grande fan? L’ho scoperto di recente e mi ha stupito molto: è Nicola Gratteri, sa le parole delle mie canzoni, e mi ha citato tutti i titoli».

Ad aprire la serata è stata Fiorella Mannoia, Presidente Onoraria della Fondazione Una Nessuna Centomila e direttrice artistica dell’evento. «Ho rotto il ghiaccio. È stata un’emozione fortissima, non ci si abitua mai. È inutile: passano gli anni, ma di fronte a tutto questo calore, a questa gente e a questo posto, è tutto meraviglioso», ha raccontato appena scesa dal palco. 

Al suo fianco anche Giulia Minoli, Presidente della Fondazione, nata dopo il primo concerto di Una Nessuna Centomila svoltosi nel 2022 a Campovolo. «Noi ci siamo conosciute attraverso Paola Turci» – ha proseguito Mannoia – «poi Giulia è venuta al concerto di Campovolo nel 2022 e mi ha detto: “ma deve finire tutto qui?”. Da lì è nata l’idea di creare una Fondazione per sostenere il lavoro dei centri antiviolenza.

Anche Ermal Meta tra i protagonisti della serata, reduce dall’esperienza di conduttore sul palco del Primo Maggio, è intervenuto in un momento particolarmente felice della sua carriera e vita personale. «Sto per diventare papà… Si chiamerà Fortuna, un nome che credo abbia scelto lei», ha detto. «Il mio nuovo disco racconta chi sono mentre l’aspettiamo, perché io cambierò dopo averla vista e volevo avere memoria di me. Penso che diventerò libero dopo, adesso sono schiavo di me stesso».

Giuliano Sangiorgi ha detto: «È assurdo che nel 2024 abbiamo bisogno di sostenere una causa come quella di Una Nessuna Centomila. Bisogna accendere non uno ma mille fari, la civiltà deve guardare con lucidità al problema e lo dobbiamo affrontare noi maschi. La mia vita è donna sempre, e sempre lo sarà. Dobbiamo renderci tutti responsabili”. 

Achille Lauro: “Essendo cresciuto in periferia a Roma sono stato un ragazzo impulsivo, poi uno cresce e capisce l’importanza di stare vicino agli altri. Siamo qui per una causa molto importante oggi, ma ce ne sono anche tante altre. È giusto rendersi conto della propria individualità, della propria strada, ma anche di tutto il mondo che ti circonda».

Emma: «L’impegno è fondamentale, ognuno di noi può fare la propria parte, indipendentemente dal lavoro che facciamo, ognuno di noi può prendere una posizione nel sociale, e battersi anche per battaglie che non sono proprio le nostre personali, ma soprattutto quelle di chi è in difficoltà». 

Anna Foglietta: “Ci vuole un’educazione nelle scuole perché i ragazzi scoprano che provare un’emozione e darle un nome è fondamentale come sapere la tabellina del 9. È una preparazione che va avanti da molto tempo. Anche nell’occasione del concerto che è stato rimandato perché Fiorella non stava bene, io e Massimiliano avevamo scritto un testo, un po’ diverso da quello di questa sera. Poi sono successe molte cose, i femminicidi di Giulia Tramontano, quello di Giulia Cecchettin, e quello ha cambiato tutto. Io lo definisco l’anno zero per quanto riguarda la questione della violenza di genere. Noi donne, dopo la manifestazione del 25 novembre, e anche gli uomini, ci siamo resi conto che dobbiamo camminarci accanto e abbiamo costruito questo nuovo testo. È stato un lavoro di squadra, abbiamo coinvolto la Polizia postale e sono veramente fiera di avere avuto l’intuizione di portare nel comitato artistico della fondazione Massimiliano, perché è uno di quegli uomini di cui il mondo ha un disperato bisogno. Siamo nel pieno di una rivoluzione culturale, sta a noi comuni cittadini farci carico di questo cambiamento e alla politica di camminarci accanto e capire la priorità di questo cambiamento».

Tananai: «In occasione del Primo Maggio ho ricordato dal palco il rapper iraniano Toomaj perché ho pensato quanto sono fortunato a poter scrivere e dire quello che voglio. Questa serata ha difeso i diritti e le libertà delle donne, una cosa che non dobbiamo mai dimenticare e dare per scontata. Sia nel nostro Paese, che ha ancora tanti passi in avanti da fare, sia nel resto del mondo. Deve essere un combattimento corale».

«È importantissimo, donate, donate, donate al 45580. È per noi, è per tutti”, ha detto Elodie ricordando il numero solidale per contribuire a raccogliere un aiuto concreto per i centri antiviolenza che sostengono le donne vittime di violenza.

Francesca Michielin: «Io sono una grand fan del linguaggio, credo che le parole determinino il nostro modo di pensare e di conseguenza quello di vivere, di scegliere, i sentimenti li sappiamo descrivere meglio. Le parole sono potenti e possono essere, purtroppo, anche uno strumento di violenza. Alla mia generazione e a quelle prima è mancata un’educazione affettiva a scuola, e sono felice che ora se ne parli perché, se non partiamo dall’educazione scolastica, al consenso, alla sessualità, i giovani come fanno a formarsi? Queste iniziative sono molto preziose».

Samuele Bersani: «Rispetto a quando io ho cominciato il linguaggio delle canzoni è cambiato troppo, nel senso che è andato in una direzione che a me poco piace. C’è un linguaggio aggressivo, magari sta bene anche a chi lo ascolta ma a me meno, anche se non sono una donna. Se fossi una donna mi incazzerei un pochettino per certe canzoni di oggi. Oggi ci sono ragazzi che arrivano in un’epoca diversa, con tutto un loro vissuto diverso dal mio, quindi cerco anche di comprendere. Ma penso che la responsabilità di chi fa il nostro mestiere sia anche quella di non trasferire dentro le nostre canzoni il linguaggio becero, violento, volgare e, secondo me, bisogna sforzarsi un po’ di più per essere fantasiosi, invece sembra che oggi si copino tra di loro. Io ho raccontato l’amore in tante sfaccettature. Mi era stato chiesto di cantare Giudizi Universali ma sentivo che non era la canzone giusta questa sera perché parla di diffidenza già, invece cercavo una canzone che unisse, come En e Xanax».

«Sono veramente orgogliosa di questo, molto orgogliosa», ha detto Paola Turci che per prima ha messo in contatto le ideatrici della Fondazione Una Nessuna Centomila. «Un giorno mentre prendevo un caffè al bar, Giulia Minoli e Sara Tardelli mi hanno avvicinata e mi hanno chiesto se avessi voglia di lottare insieme a loro per difendere la Casa delle Donne a Trastevere a Roma che rischiava di chiudere. Ho accettato subito e ho conosciuto una realtà incredibile, potente, bellissima ma con un grande bisogno di aiuto. Allora ho chiamato Fiorella che non la conosceva e lei è venuta subito. Ma io e Fiorella abbiamo questo codice tacito e cioè che ogni volta che abbiamo bisogno per una causa giusta ci chiamiamo a vicenda e diciamo sempre di sì. Non è tanto sorellanza, non è che ci frequentiamo sempre, è proprio l’essere persone con l’idea di non essere sole nel mondo. Non siamo sole, e ci sono tante altre persone che come noi hanno bisogno di noi».

Spettakolo! nasce nel 2015 e si occupa di cinema, musica, travel, hi-tech. Alla Redazione di Spettakolo! collaborano varie figure del mondo del giornalismo (e non) desiderose di raccontare tutto ciò che per loro è "spettacolo" (appunto).

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome